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"Primo Venerdi" Luglio 2014 - Messa con Adorazione Eucaristica

martedì 1 luglio 2014

              Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 11,28):


In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse:
«Seguimi».
Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.

Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli:
«Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Udito questo, disse:
«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Cristo Gesù è il Figlio unigenito di Dio, uguale al Padre, Dio come lui.

Gesù non guarda alle apparenze, ma guarda il cuore; non riduce l'uomo al suo peccato.
Egli non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.

Gesù vuole la salvezza di tutti.

I Farisei, invece, guardavano più al peccato che al peccatore e volevano la condanna di chi peccava contro la legge: è più comodo guardare al peccato che al peccatore.

Così facciamo noi quando riduciamo le persone all'atto di male che hanno compiuto.
Diciamo "Quello è un ladro" e dovremmo dire "Quello è un uomo che ha rubato".
Così facendo non incontriamo l'uomo che ha rubato, ma solo il suo furto.

Invece l'uomo è più grande del suo reato: è figlio di Dio, è sposo, è padre ........ dobbiamo dargli ogni possibilità perché sia ciò che egli è secondo Dio.

Ciascun uomo deve poter SENTIRE di essere PAROLA IRRIPETIBILE DI DIO e pertanto necessaria, con una missione precisa da compiere:
ogni membro della Chiesa, della comunità, dell'umanità è prezioso agli occhi di Dio e indispensabile per tutti.


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Preghiera   di Adorazione 
(da “Un vescovo attorno al falò con alcuni preti” di Roger Etchegaray )
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Signore,
non ho la vocazione dell’acrobata,
anche se mi chiami spesso a vivere al di sopra delle mie capacità,
e senza rete.

Signore,
insegnami a non chiudere le braccia,
ma ad allargarle per fare dei nuovi cammini.

Signore,
insegnami a non medicare le ferite,
ma a scovarle per farne delle nuove sorgenti.

Signore,
insegnami a non piangere su una chiesa minoritaria,
ma a versarvi un poco di quel sale che rende salato tutto  il mare.

Signore,
insegnami a non edificare la Chiesa come un cantiere ben programmato,
ma a lasciarla crescere come una pianta selvatica
sotto il sole di un Dio imprevedibile.